Nel condurre un paragone tra letteratura e vita, l’opera omnia di Dostoevsky è un termine di confronto necessario. Fyodor si rivolge spesso in maniera diretta al lettore, come se quanto scrive fosse una sua sincera testimonianza.
Delitto e castigo è uno dei capolavori di Fyodor Dostoevsky. Pubblicato nel 1866, quando l’autore aveva 45 anni. È ambientato a Pietroburgo. Racconta la storia del delitto commesso da un giovane che, rimasto intrappolato nei suoi pensieri per il vizio brutto della solitudine, concepisce razionalmente la giustizia di un delitto che di fatto commette, ma che alla fine, solo alla fine, e grazie a una ritrovata compagnia, riesce a riscoprire la realtà, sostituendo la vita al raziocinio. Ritorna così, di fatto, a vivere.
Fyodor Dostoevsky, Delitto e castigo, citazioni
Se non avete ancora letto il romanzo di Fyodor Dostoevsky, “Delitto e castigo”, le citazioni sono spoiler, dunque proseguite consapevolmente.
Capitolo II
“Incontriamo a volte persone che non conosciamo affatto, ma che destano in noi subito, fin dal primo sguardo e, per così dire, di colpo, un grande interessamento, sebbene non si sia scambiata ancora una sola parola.”
Le seguenti si riferiscono proprio alla fine, al secondo epilogo, che vede Raskolnikov risorgere alla vita.
Quella sera tuttavia, non riusciva a riflettere, non riusciva a concentrarsi su nessun problema. Quella sera non aveva che sensazioni, la vita subentrava al raziocinio e nella sua coscienza si stava preparando qualcosa di completamente diverso“
L’amore per Sonja è un amore che cambia, che rende l’amante simile all’amato, come diceva anche San Tommaso D’Aquino.
La devozione, la dedizione della prostituta pura di cuore, il suo amore senza riserve, conquistano Raskolnikov, trasformano la sua infatuazione, il suo innamoramento, in amore. Amore vero.
Come posso ormai, non avere le sue stesse convinzioni, o almeno i suoi stessi sentimenti, le sue stesse aspirazioni“
Importante per lui il giudizio dell’amico leale Dmitrij Prokof’evič Vrazumichin, Razumichin, anche lui studente, ma dal cuore umile, e per questo dallo sguardo trasparente. Citerò la sua frase espressione di quella passione cristiana per la verità che può passare anche attraverso il male degli uomini, il limite, e che oggi si chiama, laicamente e validamente growth mindest, l’assetto mentale di chi sa che può anche permettersi di sbagliare, perché cadere accade solo a chi cammina, e per procedere bisogna saper rischiare, che l’errore è solo un gradino verso il successo.
Cosa credete, credete che io me la prenda perché le sparano così grosse? Ma figuriamoci! Anzi mi piace quando dicono stupidaggini. L’unico privilegio dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi è quello di dire delle stupidaggini. A furia di dirne si arriva alla verità. Si è uomini appunto, perché si dicono stupidaggini. Non si è mai raggiunta nessuna verità senza aver prima sbagliato quattordici volte, o centoquattordici, e questa nel suo genere è una cosa onorevole“.
Sulla rapporto tra giovinezza di cuore, bellezza interiore ed aspetto esteriore, Dostoevsky condensa, in quattro righe, quanto Oscar Wilde dimostra ne: Il ritratto di Dorian Gray. La descrizione di Pulcheria Alexandrovna, madre di Rascolnikov, e delle ragioni della sua bellezza, sono edificanti e descrivono qualcosa che è nell’esperienza di molti:
Inoltre lei aveva ancora un aspetto giovanile, come accade quasi sempre alle donne che riescono a conservare nel tempo la limpidezza dell’animo, la freschezza delle impressioni e l’onesta pura fiamma del cuore. Diciamo per inciso che conservare queste cose è l’unico mezzo per non perdere la propria bellezza, nemmeno da vecchi“
Il paragone tra Avdot’ja Romànovna Raskolnikova e Agata, l’Agata dei catanesi, o le Sante Martiri, sorprende, e fa pur riflettere sul rapporto tra donne, amore vero e sacrificio. Per quanto il personaggio, che le parole che seguono vedono descritto dalle labbra dell’ambiguo Arkadij Ivanovič Svidrigajlov, venga frainteso, diventa certo una donna che soffre per amore di soffrire, forse per vanagloria. Un tipo femminile che all’autore doveva essere ben noto, e che somiglia anche a Katerina Ivanovna Verkhovtsev, ex fidanzata di Dimitri Karamazov.
Mi è sempre dispiaciuto che il destino non abbia fatto nascere vostra sorella nel secondo o terzo secolo della nostra era, figlia di un principe o di un proconsole dell’Asia minore, senza dubbio sarebbe stata tra quelle che patirono il martirio e, certamente, avrebbe sorriso sentendo bruciarsi il petto dalle tenaglie arroventate, si sarebbe sottoposta volontariamente a tutto questo […]. Lei non desidera altro che patire al più presto qualche tortura per qualcuno, e se non l’ottiene, è capace pure di buttarsi dalla finestra.
Nota: i brani citati sono riportati dalla traduzione italiana di Claudio Carini, edito da Recitar leggendo Audiolibri