G.K. Chesterton – “Manalive” – “Uomovivo” – citazioni

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Nel quadro della riflessione sul rapporto tra letteratura e vita ecco una serie di citazioni dal capolavoro del giornalista inglese G.K. Chesterton, “Manalive“, “Le avventure di un uomo vivo“, o meglio solo “Uomovivo“. In italiano una traduzione è stata intitolata infatti: “Le avventure di un uomo vivo”. Ma il più letterale”Uomovivo rende meglio ciò che Gilbert Keith Chesterton voleva suggerire: un manalive, un uomo con la vita in sé, con la passione per le cose esistenti, (dal lampione verde alla moglie, dalla tenda coi pallini gialli al professore) con la sua sagacia, tra quadri realisti e impressionisti insieme, confuta il nichilismo e rivela verità eterne sulla vita quotidiana.

Sebbene ogni citazione riveli poco della stupefacente bizzarria di tutta la storia di Innocent Smith, vale la pena offrirvela, per invogliare il lettore alla lettura. Vi avverto però che è una storia avvincente e da leggere pagina per pagina, cambia scenario capitolo dopo capitolo, illumina con delle frasi così profondamente corrispondenti all’esperienza umana da indurre a domandarsi con forza: può la letteratura guidare la vita?).

Le citazioni che seguono sono tratte da G. K. Chesterton: “Manalive”, “Le avventure di un uomo vivo“, o meglio solo “Uomovivo“,

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Indice delle citazioni da G. K. Chesterton – “Manalive”, “Uomovivo”

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La donna e le lacrime

La donna più rigida e spietata può cominciare a piangere, nello stesso modo in cui il più effeminato degli uomini può sentirsi crescere la barba. Si tratta di un potere sessuale separato, che non ha nessuna relazione con la forza di carattere“. p.84

La salute è contagiosa

Ho finalmente scoperto che la salute è contagiosa, come altre malattie“. p.90

Bellezza femminile

“ma una donna i vestiti non stanno mai così bene come quando sembrano andarle bene per caso.

Un cambiamento nell’animo umano

Oh, come può spiegare un cambiamento nel sole, nella luna o nell’animo umano?” p.91

Luce e riflessi

Quando il sole sta tramontando e il cielo appare già triste, succede spesso che una superficie lucida, inclinata casualmente con un certo angolo, trattenga l’ultimo raggio di luce. Il vetro di una finestra, un po’ d’acqua, una scheggia di specchio si riempiono così il fuoco che si è perso in tutto il resto della terra. Fu così che il caratteristico viso quasi triangolare di Mary Grey apparve come un pezzo triangolare di specchio, riflettendo lo splendore della luce di ore prima. Mary, sebbene fosse graziosa, non si sarebbe potuta chiamare propriamente bella; tuttavia, in mezzo a tutto quello sgomento, la sua felicità era così affascinante da far trattenere il respiro”. p.104

Sul non rispondere a certi messaggi

Metà delle lettere che riceviamo si rispondono da sé, se solo riusciamo a frenare l’appetito carnale che ci spinge a rispondere loro

il compito educativo della famiglia

“Spesso e volentieri ci sono cose che una nazione intera non riesce a sistemare mentre invece potrebbe essere più facile farle in una famiglia. Quanti giovani delinquenti sono stati multati spediti in prigione, quando invece sarebbe stato meglio averli bastonati e spediti a letto senza cena”. p.114

Pazzi o bisognosi di bellezza?

Quante persone, ne sono sicuro, hanno passato una vita nel manicomio di Hanwell, quando quello di cui avevano bisogno era solamente una settimana di vacanza a Brighton per respirare un po’ di aria marina” p.114

La pozzanghera (G. K. Chesterton – “Manalive”, “Uomovivo” – citazioni)

Che cos’è una pozzanghera? Una pozzanghera racconta l’infinito, ed è piena di luce; ciononostante se la analizziamo obiettivamente, una pozzanghera è un sottile strato di acqua sporca sparsa sul fango. p.150

Il maestro, il nichilismo e le estreme conseguenze

Quando si è giovani, quasi sempre ci si mette nelle mani di qualcuno, pensando che questi possa essere il depositario di tutte le verità conosciute dall’uomo… qualcuno che conosca ogni cosa, ammesso che si possa sapere. Be’, lei per me è sempre stato questo e mi parlò con autorità, non come gli scribi. Nessuno avrebbe potuto confortarmi se lei avesse detto che non c’era conforto. Se lei realmente pensasse che ovunque non c’è altro che il nulla, è perché l’ha già verificato. Non capisce quindi che io dovevo provarle che non diceva sul serio… o avrei dovuto affogarmi nel canale? pp. 159160

il mondo un luogo meraviglioso in cui vivere

“La cosa che ho visto splendere nei suoi occhi mentre penzolava da quel ponte, era la gioia della vita, non la volontà. Quello che lei ha imparato standosene seduto su quel dannato gargoille era che il mondo, in fin dei conti, è un luogo meraviglioso in cui vivere: io lo so perché l’ho capito nello stesso momento. Ho visto le nubi grigie diventare rosa, il piccolo orologio dorato nella fessura tra le case. Erano queste le cose che lei odiava lasciare andandosene via da questo mondo, non la Vita, qualunque cosa essa sia. p.160
Eames, siamo stati insieme sull’orlo della morte; non riesce ad ammettere che ho ragione? (p. 160).

La morte

Quello che voglio dire è che ho finalmente cominciato a capire il significato della morte e di tutto quello che ne consegue… il teschio con le ossa incrociate, il memento mori… Essi non vogliono ricordarci solo la nostra vita futura, ma anche quella presente. Con i nostri spiriti deboli saremmo costretti a invecchiare per l’eternità, se non fossimo mantenuti giovani dalla Morte. La Provvidenza taglia per noi l’immortalità nel senso della lunghezza, un po’ come le balie tagliano il pane imburrato a bastoncini per i bambini. (p. 161)


Nonostante tutto, ritengo sia davvero molto pericoloso che un uomo pensi, anche per un solo secondo, di aver capito la morte. (p. 162)

una pistola puntata alla tempia dell’uomo moderno

“Terrò costantemente una pistola puntata alla tempia dell’uomo moderno, ma non la userò per ucciderlo… solamente per riportarlo alla vita”. p.161

l'”attesa”

Tutto ciò che noi facciamo non è altro che un preparativo… la sua accuratezza, la mia igiene personale, gli apparecchi scientifici di Warner. Noi ci stiamo sempre preparando per qualcosa… qualcosa che non viene mai. Io ventilo la casa, e lei spazza la casa; cosa mai potrebbe succedere, in questa casa?

“Incanto e insoddisfazione”

Incanto e insoddisfazione, sono le parole chiave di un brano che si legge tra le ultime pagine,

«ma non vede che tutti questi salti, queste distruzioni e queste fughe, in realtà sono solamente tentativi di ritornare all’Eden… di tornare a qualcosa che noi abbiamo già avuto, a qualcosa di cui noi, se non altro, abbiamo già sentito parlare? Non vede che si cerca ansiosamente di spezzare le catene o di dare la caccia alla luna soltanto per trovare casa

«Mia nonna» dissi a voce bassa «avrebbe detto che siamo tutti in esilio, e che nessuna casa terrena potrà mai guarirci dalla santa nostalgia di casa che c’impedisce di restare in pace»[…].
«penso che sua nonna avesse ragione», e si alzò appoggiandosi al suo rastrello pieno di erbacce. «Credo che questa debba essere la ragione», disse, «il segreto di questa nostra vita di uomini, così piena allo stesso tempo d’incanto e insoddisfazione. Ma credo anche che si possa dire di più. Penso infatti che Dio ci abbia dato, per una buona ragione, l’amore per certi luoghi speciali, per un focolare e per una terra natia».«Può darsi» concessi io. «E quale sarebbe mai questa ragione?» «l’ha fatto perché, altrimenti », proseguì indicando con il suo rastrello il cielo e l’abisso sotto di noi «è probabile che noi avremmo potuto adorare quelli».
«Cosa intende dire?» chiesi

ESSERE VIVI

,

“Non nego”, diceva “che ci debbano essere preti per ricordare agli uomini che un giorno dovranno morire. Dico solamente che in certe epoche strane, come quella che viviamo, è necessario avere un altro genere di preti, chiamati poeti, per ricordare agli uomini che ancora non sono morti”. p. 192

“Eternità”

«L’eternità» rispose con la sua voce dura «è il più grande degli idoli: il più possente tra i concorrenti di Dio».
«Penso che lei si riferisca al panteismo, all’infinito e a tutte quelle cose lì», suggerii.
«Voglio dire», rispose con crescente eccitazione,  «che se c’è una casa per me in cielo, questa avrà un lampione verde e una siepe, o qualcosa di concreto e inequivocabile come un lampione verde o una siepe.

"Manalive", "Uomovivo", Gilbert Keith Chesterton: e c'è una casa per me in cielo, questa avrà un lampione verde e una siepe, o qualcosa di concreto e inequivocabile come un lampione verde o una siepe

«Quello che voglio dire è che Dio mi ha offerto di amare e di servire un determinato luogo, e che mi ha fatto fare, per onorare questo luogo, un sacco di cose… diciamo così… bizzarre, in modo che io potessi testimoniare, contro tutti gli infiniti e contro tutti i sofismi, che il Paradiso è in un certo luogo e non dovunque, e che è qualcosa di preciso, e non qualsiasi cosa. E io, dopo tutto questo, non sarei affatto sorpreso di scoprire che, se dovesse esserci una casa in cielo per me, questa dovrebbe avere davvero un lampione verde». 

«M’avete persuaso che, abbandonando la propria moglie, uno realmente commette qualche cosa d’iniquo e pericoloso, […] perché nessuno potrà più trovarlo, e invece tutti abbiamo bisogno di essere trovati.

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo, (orig. Manalive), Morganti, 2009, pp. 210, 218

“Matrimonio” – G. K. Chesterton – “Manalive”, “Uomovivo” – citazioni

Uno dei passaggi nel testo che più colpisce è la storia della proposta di matrimonio di Michael Moon alla signora Rosamund. Michael, ispirato da Innocent Smith a vivere secondo tutta l’ampiezza della sua umanità, osa dichiararsi a Rosamund, e a chiedere addirittura subito la sua mano:

«Amore mio, che altro posso fare? Quale altra occupazione può avere un uomo valido su questa terra, fuorché di sposarvi? Che alternativa c’è al matrimonio, eccetto il sonno? Non certo la libertà. A meno che non sposiate Dio, come le nostre monache in Irlanda, bisogna sposiate un Uomo, cioè a dire Me. La terza ed ultima ipotesi sarebbe che sposaste voi stessa e viveste con voi, voi, voi sola: cioè a dire in quella compagnia che mai è soddisfatta e non soddisfa mai.

Il matrimonio: un uomo e una donna che camminano nella stessa direzione
Leonid Alfremov, “glimpse to the future

Matrimoni imprudenti! E ditemi: dove mai in cielo o in terra si son visti matrimoni prudenti? Altrettanto varrebbe discorrere di suicidi prudenti!

Sebbene quest’ultima affermazione vada presa con le pinze, nella misura in cui la vita va messa insieme solo a chi può far crescere, c’è del vero nell’affermazione dell’impossibilità di conoscersi completamente, e dell’assurdità nel pretenderlo.

“Mia cara, e che altro posso fare?”, replicò l’irlandese. “Quale altra occupazione può avere un uomo attivo su questa terra, a parte sposarla? Qual è l’alternativa al matrimonio, eccetto il sonno? Non certo la libertà, Rosamund. A meno che lei non si sposi con Dio, come fanno le nostre monache in Irlanda, lei deve sposarsi con un uomo… cioè con me. La terza e ultima cosa che potrebbe fare è sposarsi… con se stessa… lei, lei, lei… in pratica l’unica compagnia che non l’ha mai soddisfatta… e che non la soddisferà mai”.
“Michael”, disse la signorina Hunt, con un tono di voce accondiscendente, “le prometto che se la smette di parlare e di dire stupidaggini la sposerò”. (p. 83)

“Ogni uomo è un re”, spiegò quel filosofo a testa in giù, “e ogni cappello è una corona.” (p. 39)


“Hey!”, esclamò, indietreggiando davanti al sinistro brillare dell’acciaio, come un uomo che fugge da un serpente, “ha per caso paura degli scassinatori? O quando e perché lei distribuisce morte con questa mitragliatrice?”
“Oh, quella!”, rispose Smith, gettandovi un’occhiata quasi distratta. “No, con quella distribuisco la vita”, e se ne andò a grandi salti giù per le scale. (p. 60)


Si tende a parlare delle istituzioni come se fossero qualcosa di freddo che intralcia la nostra vita. La verità è che, quando gli uomini si sentono spiritualmente elevati e inebriati di libertà e di nobili aspirazioni, devono sempre finire, e lo fanno immancabilmente, per creare delle istituzioni. Quando sono stanchi tendono a precipitare nell’anarchia, ma quando sono allegri e vigorosi promulgano leggi: è inevitabile. Questo è vero per tutte le religioni e per tutte le repubbliche che si sono succedute nella storia, alla stessa maniera in cui è vero il più comune gioco d’azzardo o il più chiassoso gioco campestre. L’uomo non si sente mai libero fino a quando un’istituzione non lo libera, ma la libertà non può esistere fino a quando non viene dichiarata d’autorità. (p. 61)


Solo quando si naufraga veramente, si trova quello che si vuole davvero. Quando si naufraga su un’isola deserta, non ci si sente affatto in un deserto. (p. 70)


Il tramonto bruciava come uno di quegli incendi festosi e misteriosi nei quali le cose più comuni evocano, con i loro colori, oggetti preziosi o strani. L’ardesia del tetto splendeva come le penne di un enorme pavone, in ogni misteriosa tonalità di blu e di verde, e i mattoni rossastri del muro ardevano con la stessa forza con cui ottobre tinge di rubino e di bronzo i vini. Il sole sembrava accendere ogni oggetto con una fiamma di colore diversa, come se un uomo accendesse dei fuochi artificiali. (pp. 72-73)


“Quale sarebbe il merito dell’oro”, disse, “se non brillasse? Perché mai dovremmo apprezzare una sterlina nera o un sole di mezzogiorno nero? Tanto varrebbe usare al suo posto un bottone nero! Non vede che ogni cosa, in questo giardino, sembra un gioiello? E vuole gentilmente dirmi qual è il pregio di un gioiello, se non quello di sembrare un gioiello? Smettiamo, una buona volta, di comprare e di vendere, e cominciamo a guardare! Aprite gli occhi, e vi sveglierete nella Nuova Gerusalemme.” (p. 73)




C’è qualcosa di attraente per un mistico, in un paese come questo, così ricco di specchi. Un mistico è una persona che ritiene infatti che due mondi siano migliori di uno. Nel senso più alto, davvero ogni pensiero è un riflesso. In questo consiste la verità più vera: ritenere che i secondi pensieri siano migliori dei primi. Gli animali non hanno secondi pensieri; solo l’Uomo è in grado di vedere i propri pensieri doppi, nello stesso modo in cui un ubriaco vede doppio un lampione. Solo l’Uomo è capace di vedere i propri pensieri capovolti, nello stesso modo in cui vede una casa riflessa in una pozzanghera. Questa duplicazione mentale, come in uno specchio, è – lo ripeto – la cosa più intima della filosofia umana. C’è del misticismo, una verità al limite del mostruoso, nell’asserzione che due teste sono migliori che una. Perché entrambe dovrebbero crescere sullo stesso corpo. (pp. 149-150)


“Prima che io abbia finito con lei, può e deve ringraziare Dio per le molte anatre nello stagno”.
Il celebre pessimista espresse a mezza voce il suo desiderio di ringraziamento a Dio per le anatre nello stagno.
“E non si dimentichi i paperi”, proseguì implacabile Smith.
Eames concesse debolmente il suo ringraziamento anche per i paperi.
“Non dimentichi niente, per favore. Lei dovrà ricordarsi di ringraziare il cielo per le chiese, le cappelle, le ville, le persone normali, le pozzanghere, le pentole, i tegami, i bastoni, gli stracci, gli ossi e le tende a pallini”.
“Va bene, va bene”, ripeté la vittima disperata, “bastoni, stracci, ossi e tende”.
“Tende a pallini, mi pareva avessimo detto”, gli rammentò Smith. (p. 158)


Nella casa di ogni elegante gentiluomo, riflettei, c’era la porta principale per i gentiluomini, e la secondaria per i fornitori, ma c’era anche la porta in cima per gli dèi. Potremmo quindi dire tranquillamente che la cappa del camino è il passaggio sotterraneo che unisce la terra al cielo. Attraverso questo tunnel stellato Babbo Natale maneggia – come fa l’allodola – tutto quello che è affine tra il cielo e la casa degli uomini. O meglio, dovendo sottostare a certe convenzioni, e a una diffusissima mancanza di coraggio ascensionale, sarebbe più giusto dire che questa porta era forse poco usata. Ciò non toglie, tuttavia, che la porta di Babbo Natale sia la vera porta principale: quella che si apre sull’universo. (p. 186)


C’è chi ruba un cane, chi un cavallo e chi un uomo… ma lei pensa che ci sia qualcosa di più vile di un ladro di giocattoli? (p. 188)


“Cosa c’è di più immortale”, proclamava, “dell’amore e della guerra? Simbolo di ogni desiderio e di gioia è la birra. Simbolo di ogni battaglia e conquista è invece il gioco dei birilli”. (p. 191)


Nulla scatena le maledizioni più che una vera benedizione. Questo perché la bontà delle cose buone, come la cattiveria delle cose cattive, è un prodigio che va al di là di ogni parola: si potrà forse dipingerlo, non discorrerne. (p. 195)


Al diavolo tutto, è proprio di questo che abbiamo bisogno: tornare da dove siamo partiti! Questo è rivoluzione: andare, andare e girare in tondo, tornando da dove si è partiti! Ogni rivoluzione, come un pentimento, è un ritorno. (p. 204)


L’unico scopo reale di una casa è quello di essere la casa di una bambola. Non si ricorda, quando lei era un bambino, di come quelle piccole finestre fossero veramente finestre, mentre le finestre grandi non lo erano? Un bambino ha la casa di una bambola, e grida di gioia quando vede aprirsi la porticina verso l’interno. Un banchiere ha invece una vera casa, ma quanti banchieri non riescono ad emettere nemmeno un debole grido quando le loro vere porte anteriori si aprono verso l’interno! (p. 208)


“Lei mi ha convinto che è veramente malvagio e pericoloso per un uomo fuggire da sua moglie”.
“E perché è pericoloso?”, chiesi.
“Be’, perché nessuno potrà più trovarlo”, rispose quello strano personaggio, “e invece noi tutti abbiamo bisogno di essere trovati”. (p. 209)


Questa strada circolare che sto percorrendo non è mai stata calpestata. Credo davvero nella rottura degli schemi, perché io sono un rivoluzionario. Ma non vede che tutti questi salti, queste distruzioni e queste fughe in realtà sono solamente tentativi di ritornare all’Eden… di tornare a qualcosa che noi abbiamo già avuto, a qualcosa di cui noi, se non altro, abbiamo già sentito parlare? Non vede che si cerca ansiosamente di spezzare le catene o di dare la caccia alla luna soltanto per trovare casa? (p. 210)


Lei è incrollabile come gli alberi, perché lei non crede, mentre io sono volubile come la tempesta perché credo. (p. 213)


Sono diventato un pellegrino per guarirmi dall’essere un esiliato. (p. 217)


Quello che voglio dire è che Dio mi ha offerto di amare e di servire un determinato luogo, e che mi ha fatto fare, per onorare questo luogo, un sacco di cose… diciamo così… bizzarre, in modo che io potessi testimoniare, contro tutti gli infiniti e contro tutti i sofismi, che il Paradiso è in un certo luogo e non dovunque, e che è qualcosa di preciso e non qualsiasi cosa. E io, dopo tutto questo, non sarei affatto sorpreso di scoprire che, se dovesse esserci una casa in cielo per me, questa dovrebbe avere davvero un lampione verde. (p. 219)


Se Innocent è felice, è perché lui è Innocente. Sa di poter sfidare le convenzioni perché osserva i comandamenti. (p. 245)


Per conservarci felici come un bambino o come un cane, non ci resta che essere innocenti come un bambino, o innocenti come un cane, entrambi incapaci di peccare. Per dirla in parole povere, bisogna essere buoni… sì, questa può essere la strada da seguire, e lui mi pare l’abbia trovata. (p. 245)


Non ci sono gli uomini. Questo tipo di categoria non esiste. Piuttosto c’è un uomo, e ogni uomo è sempre diverso dagli altri. (p. 249)

G.K. Chesterton – “Manalive” “Uomovivo” – citazioni


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