Ruth Bebermeyer – Osservare senza valutare.

Citata da Marchal B, Rosemberg in “Le parole sono finestre oppure muri“, nel capitolo Osservare senza valutare, la cantante Ruth Bebermeyer si sofferma sul potere delle parole e dei giudizi. Del grande rischio insito nell’uso delle etichette, profezie che si autoavverano, di cui aveva già cantato in The label game:

Dopo la bellissima poesia che ho già pubblicato e che vi consiglio di rileggere Le parole sono finestre (oppure muri), anch’essa tratta dal libro sulla Comunicazione Nonviolenta di Marshall B. Rosemberg, condivido un altro dei testi che, ritengo, meritino di influenzare il nostro modo di porci di fronte alla realtà: osservare tenendo conto di tutti i fattori, prima di giudicare, o anziché giudicare.

Ruth Bebermeyer – Osservare senza valutare.

Non ho mai visto un uomo pigro;
Ho visto un uomo che non ha mai corso
Mentre lo stavo guardando; ed ho visto
un uomo che talvolta faceva un sonnellino
tra pranzo e cena e che rimaneva
a casa in un giorno di pioggia,
ma non era un uomo pigro. Prima di chiamarmi pazza,
pensateci, lui era un “uomo pigro ”
o faceva soltanto cose, che definiamo”pigre”?

Non ho mai visto un bambino stupido;
ho visto un bambino che talvolta ha fatto
cose che non ho compreso.
o cose in modi che non avevo previsto;
ho visto un bambino che non aveva visto
quegli stessi luoghi dove ero stato io
ma non era un bambino stupido.
Prima di chiamarlo stupido,
pensateci, lui era un “bambino stupido”
o soltanto sapeva cose diverse da quelle che sapete fare voi?

Ho guardato il più intensamente possibile
ma non ho mai visto un cuoco;
Ho visto una persona che mescolava
ingredienti che poi avremmo mangiato,
una persona che girava una manovella
e sorvegliava il forno che cuoceva la carne,
ho visto queste cose ma non ho mai visto un cuoco.
Ditemi, se guardate, vedete un cuoco
o qualcuno che fa cose che chiamiamo cucinare?

Quello che alcuni chiamano pigro
altri lo chiamano stanco o bonario,
quella che alcuni chiamano stupidità
altri la chiamano soltanto una diversa conoscenza.
Così sono giunta alla conclusione,
che se non mescoliamo ciò che vediamo
con quella che è la nostra opinione,
ci salveremo dalla confusione.
E questo,io lo so
è ancora soltanto la mia opinione.
Ogni etichetta (negativa-positiva o apparentemente neutra) limita la nostra percezione della totalità dell’ Essere, di un’ altra persona.
R.Bebermeyer

Sempre poiché tradurre è un po’ tradire, dopo la traduzione in italiano riporto di seguito, per gli estimatori, l’originale.

I’ve never seen a lazy man, by Ruth Bebermeyer

I’ve never seen a lazy man;
I’ve seen a man who never ran
while I watched him, and I’ve seen
a man who sometimes slept between
lunch and dinner, and who’d stay
at home upon a rainy day,
but he was not a lazy man.
Before you call me crazy,
think, was he a lazy man or
did he just do things we label “lazy”?

I’ve never seen a stupid kid;
I’ve seen a kid who sometimes did
things I didn’t understand
or things in ways I hadn’t planned;
I’ve seen a kid who hadn’t seen
the same places where I had been,
but he was not a stupid kid.
Before you call him stupid,
think, was he a stupid kid or did he
just know different things than you did?

I’ve looked as hard as I can look
but never ever seen a cook;
I saw a person who combined
ingredients on which we dined,
A person who turned on the heat
and watched the stove that cook the meat –
I saw those things but not a cook.
Tell me when you’re looking,
is it a cook you see or is it someone
doing things that we call cooking?

What some of us call lazy
some call tired or easy-going,
what some of us call stupid
some just call a different knowing,
so I’ve come to the conclusion,
it will save us all confusion
if we don’t mix up what we can see
with what is our opinion.
Because you may, I want to say also;
I know that’s only my opinion.