Quali proverbi gastronomici e modi di dire sul cibo e sulla cucina parlano della nostra cultura, dello stare a tavola e del rapporto con esso? Ne ho fatto un elenco subito dopo la pagina. Spero ci siano tutti! Le nostre nonne, le nostre mamme, ma spesso anche noi, ci esprimiamo per proverbi e modi di dire. I proverbi che parlano di cibo rivelano il nostro modo di relazionarci con la realtà. Essi rivelano un sentire popolare comune. Si tratta di frasi che esprimono un vissuto quotidiano. I nostri modi di dire sono i luoghi in cui la cultura si incarna. La scuola può essere uno dei luoghi in cui tale cultura diventa consapevole: lo studio della ricchezza della nostra lingua può affrontato a partire dai pro verbi.
Una via per gli appassionati di didattica esperienziale.
Una raccolta di modi di dire può diventare il contenuto dei segnaposto di un evento a tema organizzato come compito di realtà alla fine di una UDA interdisciplinare o di una UF (unità di apprendimento o unità formativa). Per esempio, il tema da osservare dai molteplici punti di vista disciplinari potrebbe essere: la cultura italiana a tavola.
Lista di modi di dire e di proverbi sul cibo e sulla cucina
- Pane di villano, rustico ma sano
- Grappini e caffè fermati a tre
- A tavola non s’invecchia mai
- La patata dà più forza quando è cotta con la scorza
- Un contorno adatto farà onore al piatto
- Pollo pizza e pani si mangiano con le mani
- Se si litiga in cucina ogni pasto va in rovina
- Il cibo gradito è meglio digerito
- Con patate e cipolle dentro l’orto, mai nessuno è morto
- Una mela al giorno leva il medico di torno.
- Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto.
- Il migliore condimento del cibo è la fame.
- Se manca il pane e il sale, ogni cibo poco vale.
- La massaia canterina fa più allegra la cucina
- Tra il gatto e la frittura metti una serratura
- La verdura è una pietanza che vuol olio in abbondanza
- Il formaggio è cibo sano, se ne mangi poco e piano
- Se non è zuppa è pan bagnato
- O mangi la minestra o salti la finestra
- La minestra riscaldata
- Avere poco sale in zucca
- Avere lo spirito di patata
- Tenere l’acqua in bocca
- Rendere pan per focaccia
- L’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza
- Il pesce puzza sempre dalla testa
- Meglio testa di sarda che cosa di capitone
- Levare le castagne dal fuoco
- Girare la frittata
- Salvare capra e cavoli
- Entrarci come i cavoli a merenda
- Essere l’altra metà della mela
- La mela non cade mai lontana dall’albero
- Essere come la ciliegina sulla torta
- Essere come il pomo della discordia
- Una mela al giorno toglie il medico di torno
- Essere alla frutta
- Cadere a fagiolo
- Andare in brodo di giuggiole
Il significato. Perché si dice così.
Andare in brodo di giuggiole
Andare in brodo di giuggiole, viene usato per dire: emozionarsi, esplodere di gioia grata e lieta, uscire quasi di sé dalla contentezza”.
Le giuggiole sono i frutti del giuggiolo, le cui foglie assomigliano molto all’ulivo. I frutti, molto dolci, sono impiegati, in cucina, per marmellate e confetture. Treccani suggerisce il nesso con “succiole”, ovvero delle castagne lessate con la buccia, affermando che la broda di giuggiole non esista. Ma così non è. Mi sono imbattuta di recente nella spiegazione della preparazione del decotto da parte di un possessore di questo splendido albero, che lo ha provato è lo ha descritto come un vero nettare d’ambrosia. L’albero in questione si trova nel Parco Museo Jalari, un complesso di opere d’arte che merita un articolo a sé.
Ma si diceva del brodo di giuggiole. Esiste davvero, in forma liquorosa (per infusione) e cremosa. Per quest’ultima, Le versioni moderne prevedono un mix di uva (bianca o rossa), alcool (vino rosso o meglio zibibbo), mele cotogne e zucchero. Si immagina solo dagli ingredienti perché questo preparato possa far andare “in brodo di giuggiole”
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